Categoria: curiosità
Tutti noi non possiamo che rimanerne affascinati rivolgendo lo sguardo al cielo e, se ci capita la fortuna di vederne una, esprimiamo senza indugi un desiderio, con l'augurio che si realizzi e che, quanto di magico appena accaduto, ci porti fortuna. Parliamo delle stelle cadenti, fenomeno suggestivo, largamente celebrato anche in letteratura, così come in film e brani musicali.
Ogni anno la notte tra il 10 e l'11 agosto è per definizione la notte delle stelle cadenti, conosciuta in Italia anche come la celebre notte di San Lorenzo anche se, come vedremo, il fenomeno diventa frequente e facilmente visibile anche nelle notti limitrofe oltre che in altri periodi dell'anno. Andiamo però per gradi, prima di descrivere le caratteristiche di una stella cadente è necessario chiedersi... Che cos'è una stella?
Noi di GEI, si sa, abbiamo sempre a che fare con il fuoco, i suoi componenti e i fenomeni che lo riguardano e a cui prende parte. Anche le stelle ne sono caratterizzate. Si tratta infatti di corpi celesti dotati di luce propria, meglio definibili come nubi gassose di dimensioni imponenti, formate in prevalenza da idrogeno ed elio che, legati insieme da una forza gravitazionale, bruciano a temperature elevatissime dando origine alla fusione del nucleo dei loro atomi. Questo processo termo-nucleare è responsabile dell'energia che irradiano e della loro luminosità. Proprio in base a questo tratto le stelle vengono classificate in più categorie o classi, facendo riferimento anche alla loro magnitudine e alla temperatura che possono raggiungere. Si parte da una classe M, che racchiude le stelle più "fredde", con una temperatura che si aggira tra i 2000 e i 3500 °C fino ad arrivare alle stelle più grandi, di classe B e dalla colorazione blu, che spaziano da una temperatura tra 11000 e addirittura 40000 °C.
Le stelle hanno inoltre vita propria, nascendo e infine morendo in un percorso lungo milioni di anni. Originandosi quindi come ammasso di gas e polveri legati insieme da una forza gravitazionale ha il via il primo stadio, quello di protostella, che in seguito ai meccanismi di fusione termonucleare citati in precedenza conduce alla creazione della stella vera e propria. Una stella trascorre in questo stadio una gran parte della sua esistenza (circa il 90%), fino a quando l'idrogeno contenuto al suo interno, che continua ad alimentarne la reazione nucleare, non si estingue del tutto, trasformandosi definitivamente in elio. Da qui si passa a uno stadio in cui la stella non è più in grado di mantenere la sua stabilità, in quanto l'attrazione gravitazionale prevale su di essa "schiacciandola", provocandone quindi la contrazione e il collasso. A seconda delle sue dimensioni la stella può finire poi per espandersi, raffreddarsi e trasformarsi dapprima in una gigante rossa, che in seguito "perde" gli strati più esterni assumendo il nome di nana bianca fino a divenire una nana nera alla completa cessazione di qualsiasi reazione al suo interno.
Questo percorso avviene per le stelle medio-piccole, come il sole, la stella più famosa e per noi più importante, cuore della galassia in cui si trova il nostro pianeta, la via Lattea, e formatosi circa 5 miliardi di anni fa. In un periodo di tempo altrettanto lungo anche il sole terminerà la propria esistenza, collassando quindi su se stesso e spegnendosi definitivamente. Per le stelle di dimensioni più imponenti, in seguito alla trasformazione in gigante rossa (che viene definita supergigante proprio a causa della sua grandezza), il collasso causa un aumento di temperatura tale che la stella esplode letteralmente con veemenza, acuendo la sua luminosità e prendendo il nome di supernova. Esaurendosi la forza dell'esplosione si innescano altre reazioni al suo interno, prevalentemente tra neutroni che contrastano il collasso, portando la stella a ridurre le sue dimensioni nel suo nuovo stato di stella di neutroni o pulsar. Nel caso le dimensioni iniziali della stella siano davvero enormi (si parla di circa alcune decine di volte l'estensione del sole), la trasformazione della stella in pulsar può condurre alla formazione di un buco nero.
Ed ecco che è ora necessario svelarvi una verità scomoda: le stelle cadenti, in realtà, non hanno nulla a che fare con le vere stelle, escluso l'effetto ottico e sognante che esercitano su di noi con il loro passaggio nel cielo. Sorprendente, vero?
Le stelle cadenti sono infatti residui di polveri e ghiaccio lasciate dietro di sé dal passaggio di uno o più elementi che orbitano intorno alla Terra, come comete o meteoriti che, più o meno ciclicamente, seguendo la loro rotta transitano nelle vicinanze (si fa per dire) del nostro pianeta. Dallo spazio, nell'avvicinarsi all'atmosfera terrestre, questi detriti, che prendono scientificamente il nome di meteoroidi, o più comunemente meteore, impattano con gli strati dell'atmosfera a incredibile velocità (a circa 210.000 km orari, percorrendo quasi 60 chilometri al secondo) subendo una combustione, generata da questo attrito, che le infiamma e ne "accende" colorazione ed effetto ottico portandole a una vera e propria distruzione in migliaia e migliaia di parti più piccole che si disperdono prima di cadere al suolo.
Quando ne possiamo osservare molte, di stelle cadenti, assistiamo ai cosiddetti sciami meteorici, che si verificano quando una quantità elevata di detriti finiscono per essere inglobati nell'orbita terrestre, cominciando la loro tanto sfrenata corsa, dal colpo d'occhio così suggestivo, verso l'atmosfera.
Come mai si parla di notte di San Lorenzo? Al netto di una spiegazione prettamente calendaristica (sulla base del calendario gregoriano, con il quale viene scandito il trascorrere dei giorni) le origini si rintracciano proprio nella storia del santo martire. Il fenomeno delle stelle cadenti sembra infatti essere stato avvistato e descritto per la prima volta nell'anno 36 d.C., proprio nel giorno in cui più di due secoli più tardi, nell'anno 258 d.c., il predicatore Lorenzo, esponente della dottrina cristiana nel mondo romano, sarebbe stato condannato al rogo per volere dell'imperatore romano Valeriano. Le lacrime visibili in cielo richiamano dunque per similitudine quelle dovute al dolore che il santo provò durante la sua agonia, con un chiaro rimando alle scintille di fuoco della graticola su cui il religioso incontrò la sua fine.
Attenzione però, il fascino "stellare" della notte di San Lorenzo è dovuto ai detriti lasciati da una cometa specifica, la 109P/Swift-Tuttle, di passaggio nelle vicinanze del nostro pianeta solo una volta ogni 133 anni... La notte per eccellenza delle stelle cadenti si dovrebbe dunque verificare solo ogni 133 anni? In realtà non è così! Ogni anno, durante le notti a partire dalla fine di luglio, e fino a circa la fine di agosto, la Terra, orbitando intorno al sole, si imbatte nell'area dello spazio in cui la cometa ha depositato i suoi detriti, la costellazione di Perseo. Ecco che quindi, le stelle cadenti che osserviamo nelle notti di agosto (e di fine luglio), vengono definite sciame meteorico delle Perseidi, conosciute suggestivamente anche come "lacrime di San Lorenzo", per l'effetto quasi "a cascata" che provocano nelle notti agostane, il cui picco, secoli fa proprio durante la notte del 10 agosto, si è ora spostato tra il 12 e il 13 agosto, notte in cui si possono osservare una media di circa 100 stelle cadenti l'ora.
Oltre alle Perseidi, a seconda del periodo dell'anno e del moto terrestre intorno al sole, è possibile godere dello spettacolo di altri sciami meteorici, forse meno famosi, ma altrettanto emozionanti, come lo sciame delle Orionidi, dal 16 al 30 di ottobre, quello delle Geminidi, dal 07 al 17 dicembre e quello delle Liridi, più limitato nel tempo, incentrato tra il 20 e il 24 di aprile.
Una precisazione doverosa infine. Abbiamo parlato di meteore, ma non di meteoriti. Tra i due termini molto simili corre infatti una differenza davvero enorme. Se le meteore sono stelle cadenti, ossia frammenti di materia che prendono fuoco e si disintegrano nell'atmosfera prima di impattare sulla superficie terrestre, i meteoriti non subiscono la stessa sorte, riuscendo a rimanere pressoché immutati nel loro volume e arrivando fino all'impatto con la superficie terrestre.
Insomma, anche è sempre il fuoco, al netto dei suoi effetti spesso devastanti, che ci permette anche di sognare a volte... e che cosa c'è di meglio di farlo osservando l'immensità della volta celeste, alla ricerca di fiammeggianti stelle cadenti che ci diano più speranza per il futuro?
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