Categoria: curiosità
Non importa l'età, la generazione e il luogo di appartenenza, perché è molto probabile che sia noi, così come i nostri figli e prima di noi i nostri genitori, abbiamo provato interesse, sperimentando una vera e propria attrazione, verso un mezzo di trasporto particolare, un veicolo che, trascendendo ere ed età, è sempre in grado di suscitare un fascino unico e particolare.
Protagonista di puzzle e set di mattoncini, oppure ancora da costruire e da radiocomandare o muovere con la mano e la fervida immaginazione tipica di un bimbo, il camion dei pompieri (come è conosciuto in gergo) è certamente un mezzo a cui si ispirano da sempre i giocattoli più gettonati dell'infanzia, con il tradizionale binomio di colori rosso e bianco ben impresso nella mente di grandi e piccini.
In questo articolo scopriamo di più sulle caratteristiche (e le grandi capacità) di questo veicolo straordinario, in grado di accompagnare i vigili del fuoco in ogni loro missione, legandosi imprescindibilmente all'immaginario collettivo e contribuendo a dare risalto all'attività dei pompieri, veri e propri eroi non solo agli occhi dei più giovani, la cui attività abbiamo descritto qui.
Il camion dei pompieri viene in realtà definito, in gergo tecnico, "autopompa" o "autompompa a serbatoio" (A.P.S.) in quanto dotato di apposita cisterna contenente acqua per far fronte ai roghi, ed è uno specifico mezzo di locomozione utilizzato dai reparti dei vigili del fuoco per contrastare gli incendi e per altre necessità di soccorso. L'autopompa, nella storia, non nasce necessariamente come un mezzo mobile o di locomozione, perlomeno agli inizi. Una caratteristica che ha assunto definitivamente poi, con i vari sviluppi tecnologici, sostanzialmente solo dal conclamato avvento della motorizzazione.
Dalle prime lance antincendio al primo esempio di autopompa in senso stretto, ideata dall'inventore Ctesibio di Alessandria d'Egitto intorno al II secolo a.C., giungiamo, per poter incontrare sviluppi considerevoli nella sua realizzazione, in Germania, nel corso del XVI e XVII secolo, con primi casi di fire engines in grado di produrre un getto d'acqua considerevole, pari a circa 12 metri.
Per trovare il primo mezzo di trasporto adibito specificatamente a un utilizzo antincendio è necessario fare poi un salto oltreoceano, quando nel 1719 a Philadelphia venne messa a punto una versione riveduta e perfezionata di un primo prototipo apparso alla fine del Seicento a Boston. Si trattava naturalmente, in ambedue le circostanze, di carri dotati di pompe a mano, a traino animale o addirittura in principio manuale, il cui approvvigionamento d'acqua avveniva direttamente in apposite cisterne tramite operazioni di riempimento svolte dagli addetti di turno. Sulla scia di questa invenzione l'inglese Richard Newsham nel 1730 e l'americano Thomas Lote tredici anni più tardi, realizzarono veicoli simili, contribuendo a far comprendere la necessità di proseguire nel perfezionamento di mezzi di questa tipologia per la lotta agli incendi.
Nel 1822 si ebbe un'importante innovazione, grazie al ricorso e all'installazione di un motore che rendeva possibile la fornitura d'acqua alle cisterne prelevandola direttamente dalla fonte, abbandonando quindi il lento e macchinoso approvvigionamento manuale. A quest'anno risale il modello Hydraulic, di produzione statunitense. Proseguendo negli anni la dimensione delle autopompe crebbe fino a rendere necessario l'impiego, grazie al loro avvento, dei motori a vapore.
Con l'inizio del Novecento prese piede sempre più l'esigenza di utilizzare veicoli a motore per poter intervenire prontamente nel sedare gli incendi. Nella fattispecie i camion, per le loro dimensioni, si prestavano particolarmente a questa esigenza, ed ecco che a partire dal Regno Unito e dagli U.S.A., dove la Knox Automobile Company di Springfield, Massachusetts si rese protagonista della produzione, e della conseguente immissione sul mercato, di quella che da molti è ancora considerata la prima autopompa "moderna" della storia, prosegue lo sviluppo fino alle autopompe moderne.
Un'autopompa presenta naturalmente particolarità che la rendono unica nel suo genere, differenziandola da un mezzo di trasporto comune. Svolge innanzitutto la funzione di trasporto del personale antincendio sul luogo dell'emergenza. Una funzione questa che, nelle esigenze più pregnanti, può comportare l'aggiunta di altri mezzi ausiliari per garantire una maggior copertura della zona interessata da parte dei VVF. Naturalmente, a questo proposito, a seconda delle esigenze geografiche specifiche l'azione delle autopompe puòò essere rafforzata e fiancheggiata da altre tipologie di mezzi antincendio, come battelli, treni o velivoli quali elicotteri e Canadair, per poter permettere un intervento che possa essere il più efficace, agile e tempestivo possibile. In questo senso, nelle zone non metropolitane come veicoli ausiliari vengono spesso utilizzati anche i fuoristrada.
L'A.P.S., nei suoi interventi, è spesso accompagnata da un veicolo definito di polisoccorso, non dotato di cisterna contenente acqua o schiuma ma di equipaggiamento specifico per il salvataggio di persone e animali per esempio, in caso di incidenti stradali, per l'estrazione da lamiere e macerie. Ciascuna autopompa è in grado di ospitare al suo interno, per un trasporto sicuro verso il luogo dell'emergenza, una squadra di vigili del fuoco al completo, composta da almeno 5 elementi tra cui l'addetto alla guida, un caposquadra e tre vigili del fuoco.
Per poter fronteggiare le emergenze al meglio ricordiamo, è doveroso, non soltanto legate agli incendi, un'autopompa è generalmente dotata di un serbatoio contenente acqua (anche fino a 4200 litri) con una pompa e una lancia per direzionare il getto verso l'incendio, una o più autoscale (fino a 50 metri di lunghezza!), collocate sul tetto, per poter raggiungere finestre, balconi e generalmente luoghi sopraelevati, da utilizzare sia per operazioni di salvataggio che di intervento mirato, strumenti da taglio, come per esempio arpioni e asce, per utilizzi vari tra cui l'abbattimento di eventuali ostacoli e la liberazione di vie di fuga, proiettori luminosi e apposita apparecchiatura di ventilazione e, per il personale, già dotato di tuta ignifuga, elmetto e dei dispositivi di protezione individuale necessari, maschere e respiratori per un intervento in ambienti intasati dai fumi generati dalle fiamme.
Da sottolineare che le autopompe sono provviste anche di manichette, che possono essere srotolate e quindi collegate agli idranti soprasuolo e sottosuolo disponibili nella zona di intervento. Oltre al serbatoio dell'autopompa, in caso di necessità, i VVF possono attingere acqua per spegnere un incendio ricorrendo direttamente alle fonti disponibili nell'area, tra cui eventualmente corsi d'acqua, laghi e piscine.
Abbiamo citato in precedenza il caratteristico colore rosso e bianco di questi veicoli, che recano la specifica "Vigili del Fuoco" generalmente sia sul versante anteriore che lateralmente. Tra i due, il rosso in particolare distingue questo veicolo dagli altri, in tutti i paesi del mondo. La motivazione è incerta, tra storia e, forse, un pizzico, di leggenda. Il rosso è da un lato un colore molto ben visibile, per cui evoca subito l'idea di emergenza e richiama subito l'attenzione degli altri conducenti in strada, lasciando libero il passaggio in caso di necessità. Curiosa è la teoria che vuole invece che le prime autopompe motorizzate, come abbiamo visto apparse negli Usa e in Gran Bretagna, venissero utilizzate allora sì da vigili del fuoco, che però erano spesso volontari non pagati, per cui la vernice rossa, a buon mercato e facile da reperire, rappresentava la soluzione più economica per distinguere questi veicoli dagli altri, generalmente quasi sempre di coloro nero.
Caratteristica è inoltre la luce blu della sirena (in alcuni casi il colore può però variare) che si contraddistingue quindi da un punto di vista sia visivo che sonoro e, in caso il mezzo sia in movimento verso una situazione di emergenza, produce l'allarme caratteristico per cui tutti gli altri veicoli civili, motorizzati e non, in strada in quel momento, sono chiamati a farsi da parte liberando lo spazio al transito dell'autopompa.
Per concludere, l'autopompa, o camion dei pompieri, come tutti preferiamo colloquialmente definirla, è un mezzo fondamentale per garantire un intervento tempestivo da parte dei vigili del fuoco, equipaggiato al massimo per affrontare tutte le tipologie di emergenze a cui il corpo è chiamato a far fronte, e dotato di un affascinante potere evocativo, in grado di trasmettere, anche col solo suono della sua sirena, un'atmosfera di sicurezza e protezione di fronte a un pericolo, infondendoci sicurezza in età adulta, e facendoci sognare quando siamo ancora bambini.
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